Quello che stiamo vivendo è l'ultimo in ordine di tempo degli innumerevoli esempi di cui è costellata la storia dell'umanità nei quali gli uomini si ammazzano a vicenda perché parlano una lingua diversa o magari la stessa lingua ma con un accento strano. Si comincia con il maceratese che odia il civitanovese perché dice "lo porto" invece che "lu portu" (e giù botte) e si finisce con la Russia che invade l'Ucraina. Il comune denominatore in due situazioni raffrontabili solo con un'iperbole, è comunque lo steso: il concetto di Nazione che implica la supremazia di chi ti è vicino geograficamente, parla la tua stessa lingua e mangia la stessa tua zuppa di patate e cipolle, su chi ti sta lontano, parla una lingua che non capisci e odia la zuppa di patate e cipolle. Importa poco sapere chi ha cominciato prima a fare il tiro al piccione sui civili nel Donbass o a sparare col mortaio sulle case a Mariupol; resta il fatto che finché non arriverà il giorno i...
Riflettere d'impulso